DANTE. IL ROMANZO DELLA SUA VITA DI MARCO SANTAGATA (MONDADORI)

LA PRESENTAZIONE A PALERMO VENERDÌ 11 GENNAIO ALLE 17 A PALAZZO BRANCIFORTE

Sarà presentato venerdì 11 gennaio, alle 17, a Palazzo Branciforte (in via Bara all’Olivella, 2 a Palermo), il volume Dante. Il romanzo della sua vita, di Marco Santagata, edito da Mondadori nella collana Scie. L’incontro, promosso dalla Fondazione Sicilia, sarà introdotto dal presidente della Fondazione, professore Giovanni Puglisi. Ingresso libero.

Quello che possiamo dire sulla vita di Dante, sostiene Marco Santagata, è la sua stessa opera a raccontarlo. La Divina Commedia è un libro in cui l’autore riversa tutte le sue vicende personali e gli eventi di attualità, ma tutti gli scritti danteschi, dalla Vita Nova al De vulgari eloquentia, hanno questa peculiarità. Ed è proprio a partire dalle tracce disseminate nelle opere, oltre che attraverso documenti e testi dell’epoca, che Marco Santagata, il massimo esperto di Dante in Italia, ne ricostruisce la vita offrendola al lettore con stile brillante e narrativo. L’infanzia e l’adolescenza nella dinamica Firenze della seconda metà del ’200. Gli studi giovanili mentre le malattie lo tormentavano. Il matrimonio concordato con Gemma e l’amore per Beatrice. L’amicizia con Guido e Lapo e le prime composizioni poetiche. La carriera politica e poi l’esilio. I capolavori dell’età matura e la morte.

Raccontandoci la vita di Dante, Marco Santagata ci svela i tratti di una personalità complessa e affascinante, egocentrica e piena di autostima: «seguendo la sua storia constateremo come in ciò che ha visto, fatto o detto, si tratti della nascita di un amore, della morte della donna amata, lui scorga, di volta in volta, un segno del destino, l’ombra di una fatalità ineludibile, la traccia di una volontà esterna».

Per linguaggio, freschezza di scrittura ed estro narrativo il libro di Santagata costituisce, nello scenario della letteratura dantesca, una preziosa novità. Perché è, prima di tutto, l’appassionato racconto, il «romanzo» appunto, della tormentata e semisconosciuta esistenza di un uomo dall’io smisurato, che si sentì sempre «diverso e predestinato», che in ogni amore e in ogni lutto, nella sconfitta politica e nell’esilio, e in particolare nel proprio talento, scorse «un segno del destino, l’ombra di una fatalità ineludibile, la traccia di una volontà superiore», fino a maturare la convinzione di «essere stato investito da Dio della missione profetica di salvare l’umanità». Ed è, insieme, il documentato ritratto di un Dante profondamente calato nella vita pubblica e culturale della sua città, Firenze, e nelle complesse dinamiche della storia italiana tra Due e Trecento (le lotte tra Guelfi e Ghibellini, Bianchi e Neri, nell’ambito dell’inconciliabile contrasto tra papato e impero, i due «soli» dell’universo filosofico-politico dantesco).

 

Marco Santagata, scrittore, critico letterario e docente di letteratura italiana all’università di Pisa, è autore di numerose pubblicazioni di storia e critica letteraria. Noti anche in ambito internazionale sono i suoi studi su Petrarca, di cui, fra l’altro, ha commentato il Canzoniere (Meridiani Mondadori), e su Dante, delle cui Opere dirige l’edizione nei Meridiani Mondadori. Ha recentemente pubblicato il libro L’io e il mondo. Un’interpretazione di Dante (il Mulino, 2011). All’attività di critico affianca quella di narratore: con il romanzo Il Maestro dei santi pallidi (Guanda) ha vinto il Supercampiello 2003.