Le Collezioni

Le collezioni della Fondazione Sicilia sono custodite ed esposte al pubblico a Palazzo Branciforte e a Villa Zito.

A Palazzo Branciforte si possono ammirare le seguenti collezioni: archeologica, numismaticafilatelica, di maioliche, di sculture, dell’Opera dei Pupi di Giacomo Cuticchio. Recentemente, è stata acquisita la Collezione Mancini-Salviati, che è composta da alcuni reperti di epoca romana e da otto affreschi su pannello del Seicento.

A Villa Zito, invece sono custodite ed esposte le collezioni dei dipinti e delle stampe e dei disegni.

La collezione archeologica è formata da oltre 4.700 reperti: ceramiche di vario tipo e cronologia (preistoriche, greche, siceliote, magnogreche e indigene di età arcaica, classica ed ellenistica) e terrecotte architettoniche e votive, bronzi, vetri, avori e numerosi altri capolavori.

La collezione di monete siciliane rappresenta la testimonianza della continuità della coniazione in Sicilia, dagli Aragonesi fino ai Borboni.

La collezione filatelica è composta da rari documenti postali: le prime emissioni di francobolli del Regno delle Due Sicilie, che ebbero regolare corso dal 1858 per il Regno di Napoli e dal 1° gennaio del 1859 per il Regno di Sicilia.

La collezione di sculture vanta i bronzi di Pasquale e Benedetto Civiletti, di Antonio Ugo, di Nino Geraci, di Jaroslav Horejc, di Giacomo Manzù, di Igor Mitoraj, oltre a marmi, cere e terrecotte.

La collezione Mancini-Salviati è rappresentata da reperti di epoca romana e da otto affreschi su pannello dell’artista seicentesco Gaspard Dughet.

La collezione di maioliche comprende opere prodotte tra il Quattrocento e il Settecento da fornaci italiane, europee e orientali tra le quali risalta un magnifico piatto di Francesco Durantino, uno dei massimi protagonisti dell’istoriato marchigiano.

La collezione pittorica della Fondazione Sicilia, custodita a Villa Zito, è costituita da tre nuclei principali: la pittura antica, l’Ottocento (esposte al primo piano) e il Novecento (esposto nelle sale del secondo piano).

La pittura antica è rappresentata dai grandi maestri del Seicento dell’arte luministica barocca: Mattia Preti, Luca Giordano e Salvator Rosa.

L’Ottocento, introdotto dalle opere del vedutista Francesco Zerilli, è raccontato dai protagonisti della grande pittura di paesaggio in Sicilia: Francesco Lojacono, Michele Catti, Antonino Leto ed Ettore De Maria Bergler. L’arte della fine del secolo è descritta da Salvatore Marchesi, Natale Attanasio, Giuseppe Sciuti, Luigi Di Giovanni e Michele Cortegiani.

Il Novecento è testimoniato da Aleardo Terzi, Galileo Chini, Mario Sironi, Carlo Carrà, Ottone Rosai, Fausto Pirandello, Filippo De Pisis.

Il Novecento siciliano trova la massima espressione nelle opere di Renato Guttuso.

Il percorso espositivo del secondo piano di Villa Zito si conclude con due sale dedicate alle opere donate, nel 2008, di Angela Alesi Cuccio Cartaino. Tra le opere più significative, si annoverano Il violoncellista e Il cappello con le piume di Giovanni Boldini e la Jeune femme à l’éventail di Federico Zandomenighi.

Una testimonianza a sé è costituita dalla presenza dell’opera Gigli d’acqua di Mario Schifano, esposta al piano terra.

In uno spazio studiato appositamente per esporne la ricca collezione, è presente la raccolta delle opere di Pippo Rizzo, acquisita nel 2001, a seguito della donazione da parte di Alba Rizzo Amorello, figlia dell’autore, che comprende dipinti, oggetti e tessuti.

La collezione delle stampe e dei disegni della Fondazione Sicilia, formata da circa mille fogli, rappresenta una ricca selezione della produzione grafica di carte geografiche e topografiche, di vedute di città, di luoghi e monumenti antichi, di paesaggi, di avvenimenti storici, di usi e feste religiose, realizzata tra il XVI e il XIX secolo.

Di grande importanza è la raccolta di carte geografiche della Sicilia, che dalle cinquecentesche rappresentazioni dell’isola dei “padri della geografia moderna” Ortelio e Mercatore, passando attraverso le carte seicentesche dell’olandese Blaeu e del boemo Hollar, sino ad arrivare a Seutter, uno dei più importanti cartografi del XVIII secolo, vuole riscoprire l’evoluzione della conoscenza fisica della Sicilia e delle città siciliane.

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