Concorso sms poesie – I vincitori

Ecco i vincitori del Concorso SMS POESIA,
decretati durante la cerimonia di premiazione al Kursal Kalesa,
venerdì 23 ottobre

PREMIO DEL PUBBLICO
Antonino Tomarchio, (Catania, 1989) -IMMOBILE, SOLO.. Immobile,solo/vago con lo sguardo/vago come il pensiero/in giro per chissà dove/in cerca di qualcosa o qualcuno/di cui non si sa niente/i pensieri vanno e vengono/si gonfiano/prendono sempre più forza/come onde,schizzi/che svaniscono/infrangendosi sulle rocce/pensieri e onde/tanto grandi/ma anche tanto piccoli,invisibili/ci sono,li vedi,ti giri/e nn li vedi più,c é ne di nuovi/o forse non c é ne più.

MENZIONE SPECIALE
Battista Semeria, (Imperia, 1998) – LA TRISTEZZA la mia gatta morbida e energica/cadde nel silenzio di una foglia appassita, in autunno./In quel momento la tristezza mi assalì/come la morte assalì la mia gatta.

:::::::::: GRADUATORIA :::::::::

Ruska Jorjoliani (Palermo, 1958) VOYAGE DANS LE LUNE (a Dino Campana) I solchi/ su questa pillola/come pieghe/color latte/della mia/consunta/camicia di forza-/il cupo dottore/non sa: /mi ha appena/messo sulla lingua/tumefatta-/la Luna.
Rosario Romeo (Reggio Calabria, 1981) UN SOGNATORE “Ma cosa ci vedi di tanto strano/nel comprare ogni giorno il quotidiano?”/chiedevo a mia moglie che,con fare sprezzante,/rispondeva che leggere mi rendeva distante,/e poi continuava,con tono deciso:/”badi solo a quei fogli e non guardi il mio viso!”/Ed io inseguivo una pagina assente,/cercando notizie di vita splendente./Pensavo”prima o poi,come inserto allegato,/non vedrò più il ritratto di un mondo malato:/niente più guerre,niente più stragi,/niente più fame,odio e disagi”./Adesso che dormo,nella terra più quieta,/non leggo più orrori e la cosa mi allieta./Rimpiango soltanto di non aver visto/almeno il sommario del 13 Agosto…/…Ma so una notizia di cronaca nera:/”uccide il consorte alle sette di sera”…
Romano Bellezza (Messina,1982) LE TUE PAROLE.. Le tue parole sono suoni oscuri/ che non ho più la forza di capire,/ mi guardi come stessi per morire,/ mi toglierai anche l’aria, me lo giuri./ E io ti credo: non ho più ragioni/ di illudermi che sia solo un momento;/ senti anche tu soffiare questo vento/ che non conosce muri né prigioni?/ Le tue parole sono coltellate/ che scagli senza senso contro tutto,/ ma nulla resterà di ciò che siamo,/ di questa vita vissuta d’estate:/ l’inverno vestirà anche noi di lutto,/ allora taci, mi accarezzi piano.
Carolina Bronzoni (Parma, 1995) SONO APERTE LE SIEPI.. Sono aperte le siepi/ di spine e frutti dolci/ accolgono teneri passi/ e portano via/ quel che sai dell’estate./ Aspettami. Con tutte le rose che puoi.
Giulia Petrolo (Genova, 1991) NOTTE D’ESTATE Vorrei essere una strada/per essere lavata/da un getto d’acqua fresca/in una notte d’estate/e asciugare pian piano/al tepore della notte/mentre l’acqua, evaporando/lascia su di me/grandi squarci d’asciutto/che fanno sognare/immagini irreali/agli ultimi passanti/già addormentati.
Davide Spampinato (Catania, 1991) STRADE Inquietudini/striate/di fumo/finestrini/percossi/dal vento./Tra le selve/di vetrocemento/come crini/d’argento/le strade.
Erica Rosati (Brescia, 1989) MI ALZEREI ALL’ALBA Mi alzerei all’ alba. / Camminerei a piedi nudi, / attraverso le stanze buie, sino alla cucina. / silenziosa e pallida come uno sbuffo di vapore. / Lavorerei, / con colpi decisi e insolenti, / farina sale lievito / acqua tiepida come il respiro. / L’energia dei fianchi / per combattere la solitudine degli elementi. / Instancabile contro il marmo gelido. / Illuminata dal legno di quercia che arde, / attenderei sussultando / i tempi naturali della chimica. / Il ginepro sopra le braci. / L’aroma caldo del pane. / Morderei con le mani. / Io per saziarti.
Chiara Pagliochini (Perugia, 1991) QUANDO IL MONDO Quando il mondo dei morti/è a un passo/e il ricordo rimbomba/e il giorno è in frammenti/sparsi sulla stuoia della notte,/ecco il mare./Emerge dal nulla,/inesistente, ma sotto la luna/candida vibra la superficie,/brulicante di acque e sospiri./è un fermento immobile,/come di lenta pioggia,/di mani di pianista,/carezza di seta nera,/balsamo che sa di more./La mente è spoglia,/rifiuta il pensiero,/come se ne avessero raschiato/via la paura./La morte, il mare/sono una cosa sola/nel fluire fermo del tempo./Facile lasciarsi andare a un tuffo,/che non ha eco./Dialogano, il cuore/e il mare, sinceri/come bambini./Facile morire dimenticati,/nell’immensa solitudine/dell’inchiostro notturno./I richiami delle sirene/promettono l’immortalità./
Danilo Carli Stranich (Catania, 1983) COME PALME Nell’attesa delle verande/a spegnersi giunge la luna./Si quieta la pioggia,rami recisi/vacillano;l’odore lontano/di terra che lenta marcisce./ Crivellata di nero ogni vita/esala in silenzio,il cielo/nel suo elegante sfacelo/sputa da mille ferite:/come palme,nudi uniti,/amanti sotto le coltri del vento.
Daniele Campora, (Palermo) OH MIA T-MAX Tu T-Max che con i tuoi 50 cavalli le ragazze fai girare e i nostri cuori fai vibrare con le tante emozioni che ci faitrovare. Il tuo costo è un pò eccessivo per le tasche del mio papino che tanti divani deve tappezzare per poterti acquistare. Tu sei il mio sogno nel cassetto e solo se ti avrò sarò contento. Solo su una ruota camminerò se alla fine poi ti avrò. Tu che dritta non sai stare al momento di gareggiare. Il variatore malossi ti metterò quando finalmente ti avrò e la forza di un leone avrai con il malossi nel motore. Tu legnate gli darai a tutti i burgman che incontrerai e i soldi mi farò con le sfide che vincerò e alla fine tutti i soldi a papino ritornerò.
::::::: MOTIVAZIONI DELLA GIURIA ::::::

VOYAGE DANS LA LUNE, Ruska Jorjoliani, 1985, Palermo – La giuria ha deciso di assegnare il primo premio a Ruska Jorjoliani, per la capacità di costruire una poesia dalla grande carica pittorica e forza allusiva. Veramente notevole il mutamento di significato che assume la pillola, nominata a inizio poesia: nel giro di pochi versi una pillola è prima presentata come metafora della camicia di forza, poi, in un finale sorprendente, si identifica con la luna.
UN SOGNATORE, Rosario Romeo, 1981, Reggio Calabria – Il secondo premio è stato accordato a Rosario Romeo per l’abile costruzione narrativa e l’originalità, la capacità di raccontare, negli stretti limiti del concorso, una vicenda interessante, con tanto di colpo di scena finale, riuscendo a incorporare nel testo, in modo assolutamente convincente, anche due dialoghi.
LE TUE PAROLE, Romano Bellezza, 1982, Messina – Il terzo premio va a Romano Bellezza, che è l’unico dei concorrenti ad avere scelto la forma del sonetto. La fine di una relazione, è raccontata con eleganza in quattordici endecasillabi rimati, che riescono a riprodurre le atmosfere cupe e opprimenti dell’esperienza, permettendo al lettore di identificarsi con l’autore.
LA TRISTEZZA, Battista Semeria, 1998, Imperia – La giuria propone una menzione speciale per Battista Semeria, che, avendo meno di quattordici anni, non è stato possibile inserire tra i finalisti. In quattro semplici versi l’autore descrive la morte della propria gatta, rivelando una capacità poetica davvero notevole, considerata la giovanissima età. In particolare le metafore e gli aggettivi usati hanno grande forza espressiva; e resta vividamente impresso nella mente del lettore il distico finale, in cui l’anafora del verbo assalire permette un collegamento immediato tra tristezza e morte.